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Timori sulle vaccinazioni infantili

DiMichael J. Smith, MD, MSCE, Duke University School of Medicine
Reviewed ByAlicia R. Pekarsky, MD, State University of New York Upstate Medical University, Upstate Golisano Children's Hospital
Revisionato/Rivisto mag 2025 | Modificata lug 2025
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Nonostante i solidi sistemi di sicurezza predisposti per i vaccini negli Stati Uniti, molti genitori rimangono perplessi in merito all’uso dei vaccini infantili e al calendario vaccinale. Queste preoccupazioni possono portare alcuni genitori all’esitazione vaccinale. Si parla di esitazione vaccinale quando i genitori ritardano o rifiutano per i propri figli alcuni o tutti i vaccini raccomandati nonostante la disponibilità dei servizi di vaccinazione. Le patologie che è possibile prevenire grazie ai vaccini sono molto più probabili nei bambini di genitori che hanno rifiutato uno o più vaccini.

Negli Stati Uniti i bambini che non ricevono le vaccinazioni di routine possono ammalarsi gravemente e a volte muoiono a causa di malattie prevenibili con i vaccini. Per esempio, prima che fosse sviluppato il vaccino, l’Haemophilus influenzae di tipo b (Hib) era la principale causa di meningite batterica (che può causare danno cerebrale o sordità) nei bambini (vedere Centers for Disease Control and Prevention (CDC): Epidemiology and Prevention of Vaccine-Preventable Diseases: Chapter 8: Haemophilus influenzae [CDC: Epidemiologia e prevenzione delle malattie prevenibili con i vaccini Capitolo 8: Haemophilus influenzae]).

COVID-19 Vaccines

La pandemia di COVID-19 ha riportato in primo piano l’esitazione vaccinale. Il primo vaccino anti-COVID-19 ha ricevuto l’autorizzazione all’uso di emergenza (Emergency Use Authorization, EUA) dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense nel dicembre 2020. Da allora, centinaia di milioni di americani hanno ricevuto almeno una dose di vaccino anti-COVID-19. Tuttavia, molti soggetti rimangono non vaccinati. Come accade per altre malattie prevenibili con i vaccini, ricoveri e visite in pronto soccorso a causa della COVID-19 sono molto più comuni tra i soggetti non vaccinati. Inoltre, gli effetti collaterali gravi associati alla vaccinazione anti-COVID-19 sono estremamente rari.

L’infezione COVID-19 può colpire bambini e adolescenti e causare gravi problemi di salute generalizzati. Come negli adulti, il ricovero in ospedale è più frequente tra gli adolescenti non vaccinati rispetto a quelli vaccinati. Inoltre, i bambini e gli adolescenti possono sviluppare problemi duraturi, come long COVID (una condizione cronica che si verifica dopo l’infezione da SARS-CoV-2 ed è presente per almeno 3 mesi), anche se l’infezione COVID-19 è stata lieve o asintomatica. La ricerca suggerisce che le persone che contraggono l’infezione COVID-19 dopo la vaccinazione hanno meno probabilità di sviluppare long COVID rispetto alle persone non vaccinate (vedere CDC: long COVID Basics [CDC: Nozioni di base sulla long COVID).

Vaccino anti-morbillo-parotite-rosolia (MPR): timori per il disturbo dello spettro autistico

Negli anni ’90 la stampa ha riportato timori che il vaccino MPR potesse essere responsabile del disturbo dello spettro autistico. Tali timori si basavano su una breve relazione medica del 1998 che si è scoperto in seguito essere fraudolenta ed è stata ritirata dalla rivista medica che l’aveva pubblicata. Dopo questa relazione i medici hanno condotto molti studi per ricercare un collegamento tra il vaccino e il disturbo dello spettro autistico. Tuttavia in nessuno di questi numerosi studi è stata riscontrata tale correlazione.

Il più esteso di questi studi ha coinvolto 537.303 bambini danesi, nati tra il 1991 e il 1998. Alla maggior parte di essi (82%) è stato somministrato il vaccino anti-morbillo-parotite-rosolia. I medici hanno riscontrato che i bambini vaccinati non presentavano maggiori probabilità di sviluppare il disturbo dello spettro autistico rispetto a quelli non vaccinati.

Il disturbo dello spettro autistico è stato osservato in 608 dei 440.655 bambini vaccinati (0,138%) e in 130 dei 96.648 non vaccinati (0,135%). La percentuale di bambini con disturbo dello spettro autistico è praticamente identica nei 2 gruppi. Uno studio di follow-up di tutti i bambini nati in Danimarca tra il 1999 e il 2010, un totale di 657.461 bambini, ha concluso che il vaccino MPR non causa il disturbo dello spettro autistico, né ne aumenta il rischio in bambini ad alto rischio di disturbo dello spettro autistico a causa della propria anamnesi familiare o di altri fattori di rischio.

A conclusioni simili sono giunti anche studi paragonabili in altre parti del mondo. Inoltre, la ricerca dello studio originale ampiamente pubblicizzato che collega il disturbo dello spettro autistico al vaccino contro morbillo-parotite-rosolia è viziata da gravi errori scientifici ed è stata screditata dalla comunità scientifica e medica.

Nonostante le evidenze schiaccianti a conferma della sicurezza dei vaccini MPR, molti genitori possono rimanere comunque diffidenti. Di conseguenza, nel 2019 negli Stati Uniti si è avuta la più ampia epidemia di morbillo dal 1992. Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), la maggior parte dei soggetti infetti non era stata vaccinata (vedere CDC: casi e focolai di morbillo).

Thimerosal: timori per il disturbo dello spettro autistico

Sono state sollevate perplessità anche sui possibili effetti collaterali del thimerosal. Il thimerosal era utilizzato in passato come conservante nelle fiale che contenevano più dosi di un vaccino (fiale multidose). I conservanti non sono necessari nelle fiale monodose e non possono essere utilizzati nei vaccini che contengono virus vivi (per esempio rosolia e varicella). Il thimerosal, che contiene mercurio, viene scomposto all’interno dell’organismo in etilmercurio ed eliminato rapidamente. Poiché il metilmercurio (un composto differente, non eliminato rapidamente dall’organismo) è tossico per l’uomo, è sorta la preoccupazione che le quantità molto esigue di thimerosal utilizzate nei vaccini possano causare problemi neurologici, in particolare il disturbo dello spettro autistico, nei bambini.

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) non ha raccomandato la rimozione del thimerosal da alcun vaccino, poiché non esistono prove che il suo utilizzo di routine possa essere nocivo. Tuttavia, a causa di questi timori teorici e sebbene nessuno studio abbia dimostrato evidenze di danni, dal 2001 il thimerosal è stato eliminato dai vaccini infantili di routine somministrati negli Stati Uniti, in Europa e in vari altri Paesi. In questi Paesi, piccole quantità di thimerosal continuano a essere utilizzate in alcuni vaccini antinfluenzali, nonché in vari vaccini destinati all’uso negli adulti. I vaccini antinfluenzali annuali sono consigliati per tutti i bambini, a partire dai 6 mesi di età; i genitori preoccupati per il thimerosal possono chiedere un vaccino antinfluenzale che non lo contenga. (Vedere anche CDC: Thimerosal and Vaccines [CDC: thimerosal e vaccini].)

La rimozione del thimerosal dai vaccini infantili normalmente raccomandati non ha avuto alcun effetto sul numero di bambini che hanno sviluppato il disturbo dello spettro autistico.

Ricevimento simultaneo di più vaccini

Secondo il calendario vaccinale raccomandato dai CDC, ai bambini vanno somministrate entro i 6 anni varie dosi di vaccini che prevengono 10 o più infezioni diverse. Per ridurre al minimo il numero di iniezioni e visite, i medici somministrano molti vaccini in combinazione, per esempio il vaccino contro difterite-tetano-pertosse (DTPa) e altri.

Tuttavia alcuni genitori sono preoccupati che il sistema immunitario del bambino non sia in grado di sopportare un numero così elevato di antigeni somministrati contemporaneamente. Gli antigeni sono le sostanze nei vaccini che derivano dal virus o dai batteri che provocano la produzione da parte del sistema immunitario di anticorpi per debellare la malattia. Talvolta i genitori preoccupati richiedono un calendario diverso per la vaccinazione o chiedono di posticipare o escludere alcuni vaccini. Tuttavia, il calendario raccomandato è ideato per somministrare i vari vaccini all’età nella quale i bambini iniziano ad avere bisogno di protezione contro le malattie in questione. Pertanto, se non viene rispettato si espone il bambino a un maggior rischio di infezione. Inoltre, poiché gli attuali vaccini contengono in generale meno antigeni (perché sono stati identificati e purificati meglio antigeni cruciali), oggi i bambini sono esposti a un numero inferiore di antigeni del vaccino rispetto a quanto lo fossero per la maggior parte dei 20º secolo.

Inoltre, i vaccini, anche quelli combinati, contengono pochissimi antigeni rispetto a quelli che le persone incontrano quotidianamente. Sin dalla nascita, il bambino è esposto a dozzine e magari centinaia di antigeni durante una sola giornata normale. Il sistema immunitario li gestisce senza problemi. Anche un lieve raffreddore espone il bambino a 4-10 antigeni virali. Il sistema immunitario del bambino non viene stressato o sovraccaricato dai vaccini combinati. (Vedere anche CDC: vaccini multipli simultanei.)

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