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Morbillo

(Rubeola; morbillo dei 9 giorni)

DiBrenda L. Tesini, MD, University of Rochester School of Medicine and Dentistry
Reviewed ByBrenda L. Tesini, MD, University of Rochester School of Medicine and Dentistry
Revisionato/Rivisto Modificata giu 2025
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I fatti in Breve
Il morbillo è un’infezione virale altamente contagiosa che genera vari sintomi e un’eruzione cutanea caratteristica. Può causare gravi complicanze e può essere fatale per alcuni soggetti. La vaccinazione è efficace per la prevenzione.

Risorse sull’argomento

  • Il morbillo è causato da un virus.

  • I sintomi includono febbre, naso che cola, tosse secca, arrossamento degli occhi e un’eruzione cutanea (esantema) di colore rosso.

  • La diagnosi di solito si basa sui sintomi tipici, la caratteristica eruzione cutanea o la presenza di macchie bianche in gola.

  • Vengono eseguiti esami di laboratorio per confermare la diagnosi di morbillo nei soggetti con sintomi compatibili e in quelli con fattori di rischio di esposizione al morbillo.

  • Non esistono farmaci antivirali per il morbillo, pertanto il trattamento è mirato ad alleviare i sintomi.

  • I bambini con morbillo possono essere trattati con vitamina A.

  • Sebbene la maggioranza delle persone guarisca, occasionalmente il morbillo può essere letale o provocare danno cerebrale.

  • La vaccinazione di routine previene l’infezione.

Le infezioni da morbillo sono rare nelle zone in cui la maggior parte della popolazione ha ricevuto il vaccino contro il morbillo. Prima dell’ampia diffusione della vaccinazione, si avevano epidemie di morbillo ogni 2-3 anni, in particolare fra i bambini in età prescolare e scolare. Piccoli focolai localizzati si verificavano durante gli altri anni.

Il morbillo è ancora comune in alcuni Paesi. A livello mondiale, ogni anno il morbillo infetta circa 10 milioni di persone e causa circa 100.000 decessi, prevalentemente fra i bambini.

Grazie alle vaccinazioni pediatriche di routine, negli Stati Uniti il morbillo è raro. Dal 2000 al 2010 in media sono stati segnalati ai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) solo 71 casi all’anno,

ma nel 2019 i CDC hanno ricevuto 1.274 segnalazioni di casi di morbillo. Si tratta del numero più alto dal 1992. L’aumento del 2019 è dovuto principalmente a soggetti non vaccinati che sono stati infettati in Paesi dove il morbillo è più comune e si sono poi recati negli Stati Uniti. Nel 2020, durante la pandemia mondiale di COVID-19 negli Stati Uniti sono stati segnalati solo 13 casi. Dal 2020 al 2023 negli Stati Uniti sono stati segnalati 242 casi combinati e 285 casi nel 2024.

Sia il numero totale di casi sia il numero di focolai sono aumentati significativamente nel 2025. Da gennaio al 22 maggio 2025, negli Stati Uniti sono stati segnalati 1.046 casi e 3 decessi. Si sono avuti 14 focolai e il 92% dei casi è stato associato a un focolaio. In confronto, sono stati segnalati 16 focolai per l’intero 2024.

Il numero di focolai e di casi complessivi di morbillo sta aumentando perché il tasso di vaccinazione sta diminuendo. L’esitazione vaccinale è diventata una causa più frequente della riduzione dei tassi di vaccinazione. Si parla diesitazione vaccinale quando i genitori ritardano o rifiutano per i propri figli alcuni o tutti i vaccini raccomandati. Ad esempio, il tasso di vaccinazione dei bambini che frequentano gli asili negli Stati Uniti è diminuito dal 95,2% nell’anno scolastico 2019-2020 al 92,7% nell’anno scolastico 2023-2024.

Trasmissione del morbillo

Il morbillo si contrae solitamente respirando piccole o grandi goccioline di saliva presenti nell’aria emesse tramite colpi di tosse da una persona infetta. L’infezione si può contrarre toccando superfici su cui atterrano le goccioline, ma questa via di infezione è molto meno comune. La maggioranza delle persone non immuni al morbillo sviluppa l’infezione dopo l’esposizione al virus.

Il morbillo è contagioso da 4 giorni prima fino a 4 giorni dopo la comparsa dell’eruzione cutanea. Le persone con il morbillo possono non rendersi conto di essere infette o contagiose e possono trasmettere inconsapevolmente l’infezione ad altri.

Viaggiare in zone in cui il morbillo è comune o in cui in atto un focolaio è un fattore di rischio per la trasmissione del morbillo.

Una donna in gravidanza che ha avuto il morbillo o che è stata vaccinata trasmette l’immunità al feto durante la gravidanza sotto forma di anticorpi che attraversano la placenta. L’immunità dura per la maggioranza dei primi 6-12 mesi di vita. Successivamente, tuttavia, i bambini esposti al virus del morbillo sono ad alto rischio di contrarre l’infezione, a meno che non siano stati vaccinati.

Chi ha avuto il morbillo sviluppa immunità e solitamente non lo può contrarre di nuovo. Si presume anche che gli adulti nati prima del 1957 siano stati esposti al morbillo e quindi siano immuni.

Sintomi del morbillo

Il morbillo è un’infezione virale contagiosa che di solito si sviluppa con un andamento temporale tipico (il numero di giorni è indicativo e varia da persona a persona):

  • Esposizione: avviene quando una persona viene in contatto con il virus.

  • Periodo di incubazione: dopo l’esposizione, di solito sono necessari da 7 a 21 giorni (in media 11-12 giorni) per la comparsa dei sintomi. Durante questo periodo, il virus è presente nell’organismo, ma il soggetto si sente bene.

  • Prodromo: questa fase dura circa 3-7 giorni. Durante questo periodo compaiono sintomi quali febbre, tosse, naso che cola e arrossamento degli occhi e possono comparire piccole macchie bianche nella gola, ma l’eruzione cutanea non si è ancora sviluppata.

  • Eruzione cutanea: l’eruzione cutanea (esantema) del morbillo compare dopo la fase prodromica e dura circa 4-7 giorni. Di solito inizia sul viso e si diffonde al resto del corpo. Dopo questo periodo, l’eruzione inizia a scomparire rapidamente. Se non si sviluppano complicanze, il soggetto inizia a sentirsi meglio.

I sintomi del morbillo iniziano circa 11-12 giorni dopo l’esposizione al virus. La persona infetta sviluppa febbre, naso che cola, tosse secca e arrossamento degli occhi.

Prima che inizi l’eruzione cutanea, possono comparire macchie di Koplik all’interno della bocca. Si tratta di minuscole macchie di color rosso brillante con un puntino centrale bianco o bluastro. Il centro può assomigliare a un granello di sabbia.

Esempi di macchie di Koplik
Macchie di Koplik
Macchie di Koplik

Sono macchioline di color rosso brillante con un puntino centrale bianco o bluastro, che assomigliano a dei granelli di sabbia. Possono svilupparsi ovunque nel cavo orale in soggetti affetti da morbillo.

... maggiori informazioni

Immagini per gentile concessione della Public Health Image Library dei Centers for Disease Control and Prevention.

Appare un’eruzione cutanea (esantema) da 3 a 7 giorni dopo la comparsa dei sintomi. L’esantema inizia sul viso, davanti e sotto le orecchie e sui lati del collo. Appare come zone piatte e irregolari che diventano rapidamente sollevate. L’eruzione è di colore rosso nei soggetti con pelle chiara e può essere violacea o più scura della pelle circostante nei soggetti con pelle scura. Nel giro di 1-2 giorni l’eruzione si diffonde a tronco, braccia, palmi delle mani, gambe e piante dei piedi cominciando a scomparire dal volto. Si può verificare desquamazione dopo l’attenuazione dell’esantema dal viso.

Esempi di esantema del morbillo
Esantema del morbillo
Esantema del morbillo

L’immagine mostra l’eruzione cutanea causata dal morbillo.

Immagine per gentile concessione della Public Health Image Library dei Centers for Disease Control and Prevention.

Quando l’infezione è nella fase più grave, il soggetto si sente molto male e sviluppa infiammazione oculare (congiuntivite), gonfiore e sensibilità alla luce intensa; l’esantema è esteso; la temperatura del soggetto può superare i 40 °C.

Nel giro di 4-7 giorni, la temperatura corporea scende, il soggetto inizia a sentirsi meglio e l’esantema scompare rapidamente. L’eruzione assume un colore brunastro, poi la pelle si desquama.

Le persone infette sono contagiose da 4 giorni prima fino a 4 giorni dopo la comparsa dell’eruzione cutanea.

Complicanze del morbillo

I bambini piccoli e le donne in gravidanza, le persone malnutrite o immunodepresse presentano un rischio più elevato di sviluppare complicanze dovute al morbillo. L’infezione da morbillo può portare a immunosoppressione che dura per mesi o anni dopo la guarigione dal morbillo e può predisporre le persone precedentemente infette ad altre infezioni.

Le infezioni batteriche associate al morbillo, chiamate superinfezioni, includono polmonite, bronchite e otite media (infezione dell’orecchio medio).

La polmonite causata dall’infezione del polmone da parte del morbillo si osserva in circa il 6% dei soggetti. Nei casi fatali di morbillo nei bambini piccoli, la causa del decesso è spesso la polmonite.

Durante l’infezione possono insorgere temporanea infiammazione del fegato (epatite) e diarrea.

Si osserva infezione cerebrale (vedere encefalite) in circa in 1 bambino affetto da morbillo su 1.000. Si manifesta con febbre alta, mal di testa, convulsioni e coma, solitamente da 2 giorni a 2 settimane dopo la comparsa dell’eruzione cutanea. La malattia può essere breve con recupero in circa 1 settimana oppure più lunga con danno cerebrale o morte.

Il sanguinamento eccessivo si può verificare dopo che l’infezione da morbillo si è risolta poiché i livelli di tossine nel sangue del soggetto si sono abbassati (trombocitopenia). Spesso il soggetto accusa la formazione di ecchimosi a livello epidermico e un leggero sanguinamento, che occasionalmente può essere grave.

La panencefalite subacuta sclerosante è una complicanza rara e letale del morbillo. Causa danno cerebrale e deterioramento cerebrale progressivo. Questi sintomi possono svilupparsi fino a 7-10 anni dopo l’infezione da morbillo e sono più comuni nelle persone che hanno inizialmente contratto il morbillo in tenera età (meno di 5 anni).

Diagnosi di morbillo

  • Valutazione medica

  • Esami di laboratorio

I medici sospettano il morbillo nei soggetti che presentano i tipici sintomi simili al raffreddore, le macchie di Koplik e la caratteristica eruzione cutanea.

I medici confermano la diagnosi prelevando campioni di sangue, urina, nasali e tracheali e li inviano a un laboratorio per le analisi. Questi esami sono particolarmente utili per diagnosticare i soggetti sintomatici e non vaccinati o che non hanno completato la vaccinazione o che sono stati recentemente esposti al virus del morbillo.

Trattamento del morbillo

  • Vitamina A per i bambini

  • Farmaci per ridurre la febbre

  • Talvolta antibiotici se si sviluppa un’infezione batterica

Non esistono farmaci antivirali per trattare il morbillo.

I soggetti infetti ricoverati in ospedale devono essere posti in speciali stanze ospedaliere e isolati dagli altri durante la malattia. I soggetti infetti non ricoverati in ospedale devono limitare rigorosamente il contatto con gli altri durante la malattia.

Ai bambini con morbillo viene somministrata la vitamina A, perché ha dimostrato di ridurre il numero dei decessi e delle infezioni gravi dovuti al morbillo nei Paesi in cui la carenza di vitamina A è comune.

Paracetamolo o ibuprofene possono essere utili per ridurre la febbre.

Ai soggetti che sviluppano altre infezioni causate da batteri, come un’infezione dell’orecchio, possono essere somministrati antibiotici.

Prognosi del morbillo

Negli Stati Uniti il morbillo è letale in circa 1-3 soggetti infetti su 1.000. A livello mondiale il morbillo è letale in circa 1 persona infetta su 100.

I soggetti che contraggono l’infezione nella primissima infanzia, i soggetti con accesso limitato all’assistenza sanitaria, i soggetti con grave malnutrizione e con carenza di vitamina A e quelli che sviluppano polmonite presentano tassi più elevati di decesso a causa del morbillo.

Vedere anche Complicanze del morbillo.

Prevenzione del morbillo

  • vaccino MPR

Prevenzione prima dell’esposizione

Le persone che sono già state infettate dal morbillo in passato sono immuni. Ciò include tutti gli adulti nati prima del 1957, che si presume siano immuni al morbillo perché probabilmente sono stati esposti al virus.

Due dosi di vaccino contro il morbillo possiedono un’efficacia del 96% di prevenire il morbillo. Il vaccino contro il morbillo viene somministrato all’interno del vaccino combinato morbillo-parotite-rosolia (MPR), che contiene i virus vivi, ma indeboliti, di morbillo, parotite e rosolia. Il vaccino MPR è una delle vaccinazioni infantili di routine e viene somministrato ai bambini nella maggior parte delle nazioni che hanno un sistema sanitario solido.

Il calendario vaccinale che prevede 2 dosi di vaccino MPR è stato introdotto nel 1989; pertanto, gli adulti nati tra il 1957 e il 1989 potrebbero aver ricevuto un’unica dose. Agli adulti di questo gruppo sono raccomandate 1-2 dosi aggiuntive per quelli nei quali le analisi del sangue non dimostrano l’immunità e che presentano un rischio più elevato di infezione (per esempio studenti universitari, operatori sanitari, viaggiatori internazionali, contatti di soggetti immunocompromessi e chi ha un’infezione da HIV).

Il vaccino MPR generalmente garantisce un’immunità duratura e negli Stati Uniti ha ridotto i casi di morbillo del 99%.

In alcune persone il vaccino causa lieve febbre e un’eruzione cutanea, ma non sono contagiose. Il vaccino MPR non causa il disturbo dello spettro autistico (vedere Vaccino anti-morbillo-morbillo-rosolia (MPR): timori per il disturbo dello spettro autistico).

L’MPR è un vaccino vivo e non viene somministrato durante la gravidanza. Inoltre, non viene somministrato ad alcuni soggetti con un sistema immunitario gravemente indebolito o a soggetti che hanno avuto una grave reazione allergica potenzialmente letale (come una reazione anafilattica) a un componente del vaccino o a una precedente dose del vaccino.

Per ulteriori informazioni su chi deve e chi non deve ricevere il vaccino MPR, vedere la sezione Dose e raccomandazioni per il vaccino MPR. Vedere anche Effetti collaterali del vaccino MPR.

Trattamento preventivo dopo l’esposizione

I bambini (e gli adulti) esposti al morbillo che non possiedono immunità possono ricevere il vaccino MPR entro 3 giorni dall’esposizione e possono quindi risultare protetti. Se il vaccino non può essere somministrato entro 3 giorni o se il soggetto esposto non è idoneo a ricevere il vaccino, si somministrano immediatamente immunoglobuline (entro 6 giorni).

I soggetti che hanno ricevuto immunoglobuline per iniezione intramuscolare possono ricevere il vaccino MPR 6 mesi più tardi e quelli che hanno ricevuto immunoglobuline per iniezione endovenosa possono ricevere il vaccino MPR 8 mesi più tardi.

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